Il doodle del primo motore di ricerca al mondo dedicato ai “lavoratori precari che vivono a rate per involontari destini incompiuti”, “senzalavoro navigatori a vista”, “uomini ombra immobili a cui è stato negato il volo”, i cui sogni sono demoliti da coloro che “pontificano dall’alto di gradoni pensionistici”. Le riflessioni di Tiziana Grassi, giornalista e scrittrice, in volume vincitore assoluto del Premio Toscana in Poesia
Un doodle per ricordare tutti i lavoratori, in ogni parte della terra. Google, il primo motore di ricerca al mondo, ha voluto sottolineare così la ricorrenza del 1 maggio, legata alle battaglie fatte nei secoli per la conquista dei diritti che, ancora oggi, non sono garantiti proprio a tutti. Il 1 maggio 1866 in dodicimila fabbriche degli Stati Uniti, 400mila lavoratori incrociarono le braccia. La repressione governativa e padronale fu brutale e selvaggia. Intervennero la polizia e l’esercito, decine di morti e feriti, centinaia di arrestati, tra cui otto dirigenti anarchici, successivamente condannati a morte: due di questi videro poi la pena trasformata in ergastolo, uno venne trovato morto in cella, i rimanenti cinque furono giustiziati mediante impiccagione l’11 novembre 1887. Il ricordo dei Martiri di Chicago diventò così il simbolo della lotta per le otto ore, la scelta cadde sul 1 Maggio successivo il 1890, dove per la prima volta si tenne una manifestazione simultanea in tutto il mondo. Oggi sono due le ricorrenze importanti nel mondo: la Festa dei Lavoratori sottolineata, in Italia, dal concerto in San Giovanni, e la Beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, ex operaio prima che pontefice di grande empatica comunicativa, in piazza San Pietro. Google ha dovuto scegliere tra i due eventi, quello sociale e quello religioso, che pure ha un riscontro mediatico incredibile, seguito in diretta streaming da milioni di persone. Ha scelto di ricordare i lavoratori di tutto il mondo, quindi implicitamente i 30 milioni di emigranti che hanno lasciato l’Italia alla ricerca di un futuro migliore e i tanti che oggi giungono nella nostra nazione, fuggendo povertà e condizioni senza speranza. Google ha scelto di celebrare i lavoratori, ma anche chi il lavoro non ce l’ha e vorrebbe tanto festeggiare il primo maggio, le migliaia di precari che vivono sulle proprie spalle il senso di impotenza di un’occupazione a termine, i tanti giovani senza possibilità di impiego e di carriera, costretti oggi ad una nuova emigrazione lungo le strade del mondo. Google, il motore di ricerca di Mountain View, , nella contea di Santa Clara, in California, ha scelto di ricordare un diritto sancito dalla nostra Costituzione, con un Doodle disegnato nei colori pastello, tra fabbriche, autocarri, una pala meccanica, una chiave inglese…. Un diritto, quello al lavoro, che spesso resta solo sulla carta. Come ben si evidenzia nei versi di Tiziana Grassi, giornalista e scrittrice (Senza Sponde, Edizioni Nemapress, Alghero, 2010, primo premio internazionale Toscana in Poesia su 700 partecipanti dall’italia e dal mondo) che nella lirica “Al Cimitero dei Sogni” sottolinea “i senzalavoro navigatori a vista” che “si raccontano le occasioni mancate senza colpa”, “uomini ombra immobili a cui è stato negato il volo” i cui sogni sono demoliti da coloro che “pontificano dall’alto di gradoni pensionistici “ e che “uccidono una generazione condannata troppo presto all’oblio”.
AL CIMITERO DEI SOGNI
Questo nostro tempo ignaro
prostituito a colpevole silenzio
guida la barra
verso il cimitero dei sogni.
Là, si contano,
e si incontrano
i deboli di un tempo
oggi perdenti.
In un rave party costellato di ombre umane
che hanno camminato a lungo sulla brace
i senzalavoro
navigatori a vista
che nessuno ascoltò
si raccontano
le occasioni mancate senza colpa.
E c’è sempre un mangiafuoco
che con livido ghigno
ha irretito speranze
traghettando verso il gorgo.
Complice questo nostro tempo immemore
uomini ombra
immobili
a cui è stato negato il volo.
Bandiere a lutto, sventolate
voi
ciechi e sordi al loro urlo.
Voi che pontificate dall’alto di gradoni pensionistici
mentre uccidete i sogni di una generazione condannata troppo presto all’oblio.
Gaudenti e satolli
in fila ai check verso siderali decolli,
voi in odore di morte
che brandite come armi le vostre carte di credito
ma temete come fuscelli una visita al cimitero dei sogni.
Dove è sempre giorno.
E ancora, si rivolge a “lavoratori precari che vivono a rate per involontari destini incompiuti” nella lirica “Baricentro Improbabile”, mentre cura “cicatrici di una dignità indomita”. E’ a questa dignità, del lavoro, e dell’uomo, a questa dignità indomita e vituperata, che Google ha dedicato un pensiero che si snoda in milioni di contatti e di utenti, viaggiatori in rete di un presente che deve fare i conti, ogni giorno, con la precarietà del lavoro e la precarietà dell’esistenza.
di Mina Cappussi
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